Costa Rica: Le conseguenze del Covid-19 sulle fusioni e acquisizioni societarie

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Il Costa Rica ha avuto una costante espansione economica per più di un quarto di secolo. Inoltre, dal 1949, ha un governo stabile grazie al quale ha registrato una forte crescita in molti settori, anche in quello degli investimenti esteri. Il Costa Rica è leader globale per quanto riguarda le politiche ambientali: promuove con successo la conservazione delle foreste e della biodiversità, oltre all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. L’Agenzia del Costa Rica per la promozione degli investimenti (Costa Rica Investment Promotion Agency – CINDE) è una organizzazione privata, senza scopi di lucro e non orientata politicamente, che è stata scelta dal governo per promuovere gli investimenti stranieri. Sin dalla sua costituzione, 30 anni fa, l’Agenzia ha attirato centinaia di aziende, tra cui leader mondiali come Intel, Hewlett-Packard, Procter & Gamble. Di recente, grandi nomi come Amazon, McKinsey & Co, Microsoft, Coca-Cola Company e Intel hanno annunciato l’intenzione di espandere le loro operazioni nel paese e molte hanno già messo in atto questo obiettivo. Secondo l’Agenzia, queste multinazionali hanno avuto un impatto significativo, in senso positivo, sul paese, facendo anche crescere il tasso di occupazione. L’indice globale Social Progress Imperative ha classificato il Costa Rica al 38° posto su 168 paesi in vista del 2022. Di tutti i paesi dell’America Latina inclusi nel rapporto, il Costa Rica è al secondo posto come paese con il maggior progresso sociale nella regione, ben prima di alcuni dei principali attori regionali come Brasile, Argentina, Messico o Colombia e solo dietro il Cile. Il Global Competitiveness Report del World Economic Forum, ha definito il Costa Rica un’economia in transizione dalla Fase 2 (economia guidata dall’efficienza) alla Fase 3 (economia guidata dall’innovazione). Il paese si è classificato 62° su 141 paesi nel Global Competitiveness Index per il 2019, quarto in America Latina dopo Uruguay, Colombia e Messico, e davanti a Panama. Il PIL pro capite della Costa Rica è triplicato dal 1960 e la sua crescita è stata in media del 4,5% tra il 2000 e il 2013, rispetto alla media regionale del 3,8% nello stesso periodo. Secondo le informazioni della Banca mondiale, il PIL del paese nel 2021 è stato di 64,28 miliardi di dollari, con una crescita annuale del 7,6% nel primo anno dopo la pandemia di Covid-19. L’inflazione per il 2021 è stata dell’1,7%. L’economia del Costa Rica è prevalentemente basata sui servizi. Il settore delle esportazioni di servizi comprende l’offshoring dei processi aziendali (BPO), l’offshoring della tecnologia dell’informazione e i servizi condivisi. L’BPO stesso copre una vasta gamma di servizi. Ci sono molte grandi aziende con operazioni BPO in Costa Rica, tra cui Hewlett-Packard, Intel, Bridgestone, Amazon, Procter and Gamble, Western Union, Emerson Electric e IBM. Alcune aziende combinano i servizi BPO con strutture di produzione o riparazione. L’economia del Costa Rica ha anche una fiorente industria manifatturiera di dispositivi medici che comprende Baxter, Covidien, Abbot,Boston Scientific, AbbVie e St Jude Medical. Secondo i dati della Banca Mondiale, nel 2021 le esportazioni di beni e servizi in Costa Rica hanno rappresentato il 37,04% del Pil del Paese. Anche per il 2021, gli Stati Uniti hanno rappresentato la quota maggiore delle esportazioni dal Costa Rica (42%), seguiti da Unione Europea (22%), America Centrale e Caraibi (19,9%), Messico e Cina (2% ciascuno). Nel 2021, il mercato M&A costaricano ha mostrato ottimi indicatori di un’economia sana e in ripresa in diversi settori. Durante i primi mesi del 2021, la Commissione per la promozione delle competenze (Coprocom) ha registrato più domande rispetto ai primi mesi degli anni precedenti, superando del 73,7% il precedente record stabilito nei primi mesi del 2020. I principali settori sono stati quelli dei consumi e dei servizi. Quando gli effetti della pandemia hanno iniziato a manifestarsi all’inizio del 2020, le aziende locali hanno iniziato a concentrarsi maggiormente sulla riorganizzazione e sulla gestione della crisi, nonché sulla riduzione dei costi e su altre conseguenze legate alla pandemia. Ovviamente, ciò ha avuto un impatto negativo sui processi di fusione e acquisizione in Costa Rica al punto che non è stata registrata nessuna domanda da aprile a ottobre 2020. Tuttavia, alla fine del 2020 c’è stata una ripresa nel settore delle fusioni e acquisizioni. Difatti, proprio la crisi economica da un lato ha indebolito alcune aziende operanti in settori chiave, dall’altro ha creato delle opportunità di acquisto per quegli investitori interessati a diversificare le attività e a cercare risultati a lungo termine. Come confermato anche dai dati forniti da Corpocom, negli anni immediatamente successivi alla pandemia da Covid-19, c’è stato un aumento graduale ma costante delle attività di M&A.