
Il sistema legale norvegese combina elementi sia di diritto civile che di common law. L’aliquota dell’imposta sulle società è del 22%, e il regime di esenzione per le partecipazioni societarie (participation exemption) è particolarmente favorevole all’interno dello Spazio Economico Europeo (SEE).
Inoltre, la Norvegia non applica la ritenuta alla fonte sui dividendi distribuiti a società qualificate all’interno del SEE. Grazie anche a una rete estesa di trattati fiscali, le ritenute sui dividendi destinati a soggetti fuori dal SEE restano basse, rendendo la Norvegia una giurisdizione attraente per le holding attive in Norvegia o nel SEE.
In generale, non è necessario ottenere una licenza per operare in Norvegia, tranne in settori specifici. Inoltre, non ci sono controlli sui movimenti di valuta, il che facilita le transazioni internazionali.
Negli ultimi tempi, l’aumento significativo della tassa patrimoniale e delle imposte sui dividendi per le persone fisiche residenti in Norvegia ha portato molti cittadini benestanti a trasferirsi all’estero. Questo carico fiscale può spingere alcuni residenti a vendere le proprie partecipazioni in aziende norvegesi, creando opportunità per gli investitori stranieri.
Tradizionalmente, il governo norvegese consulta le parti interessate prima di modificare la normativa fiscale. Tuttavia, l’attuale governo ha cambiato approccio, proponendo nel 2022 una nuova tassa sulle risorse naturali per l’industria dell’acquacoltura e quella dell’energia eolica a terra. Questo cambiamento improvviso aumenta il rischio normativo per i settori legati alle risorse naturali.