Il 24 aprile 2025, l’Autorità belga per la protezione dei dati (DPA) ha stabilito che i trasferimenti di dati personali dal Ministero delle Finanze belga (FPSF) all’autorità fiscale statunitense, in base al Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA), non sono compatibili con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’UE.

Questa decisione segue una sentenza simile del 2023, poi annullata per carenza di motivazione. Il nuovo verdetto ribadisce che:

• Gli Stati Uniti non garantiscono un livello adeguato di protezione dei dati;
• Mancano le garanzie previste dall’art. 46 del GDPR, come clausole contrattuali standard;
• Le deroghe dell’art. 49 non si applicano, poiché manca la reciprocità e i trasferimenti avvengono su larga scala.

Il ricorso era stato presentato dall’Associazione dei cittadini americani accidentali in Belgio (AAAB) e da un cittadino con doppia cittadinanza belga-statunitense che non ha legami effettivi con gli USA.

Il DPA ha anche respinto l’argomentazione del FPSF secondo cui l’accordo FATCA del 2014, firmato prima dell’entrata in vigore del GDPR, resterebbe valido. Per il DPA, tale accordo non rispettava neanche allora i principi di limitazione dello scopo e minimizzazione dei dati.

Il DPA ha ordinato che:

• I trasferimenti siano resi conformi al GDPR entro un anno;
• Venga effettuata una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA);
• Siano pubblicate online informazioni chiare e accessibili sui trasferimenti FATCA.

Questa vicenda si inserisce in un contesto europeo più ampio di revisione della liceità dei trasferimenti fiscali internazionali di dati personali e potrebbe influenzare anche il dibattito nel Regno Unito.

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